Paolo Barlascini, nato a Sondrio nel 1976, dopo studi di architettura a Genova, nel 1999 si trasferisce a Berlino, dove intensifica la sua attività pittorica, si laurea in architettura ed estende il suo interesse al fumetto, all´illustrazione e all´attività di scenografo per cinema e video autoprodotti.
Sempre incentrata sulla figura umana inserita in un contesto spaziale, la sua pittura tende a coinvolgere lo spettatore tramite un linguaggio e una composizione sempre più influenzate dalla spazialità del teatro e la dinamica del film, contestualizzate da una progettualità di derivazione architettonica.

Partecipa a diverse collettive in Italia e a Berlino, dove nel 2001 ottiene una personale alla galleria Kraftwerk, mentre nel 2005 espone a Palazzo Pretorio a Sondrio con Verso la Struttura - mostra allestita in collaborazione con Fernando Gianesini. La stessa costituisce una sorta di punto di partenza per l’artista, un’intima ricerca che continua ancora oggi e trova spazio nel 2008 - sempre a Sondrio, in L´Assassinio di Venere e altri casi irrisolti sotto la curatela di Rino Bertini e della Fondazione del Gruppo Credito Credito Valtellinese.

Nel 2011 inaugura a Milano alla Fondazione Mudima Endeavour a cura di Gianluca Ranzi. Qui lo spettatore viene invitato a vestire i panni non più del detective ma dell´astronauta e del palombaro, per intraprendere un viaggio esplorativo di un mondo pittorico che continua ad inventarsi e scoprirsi.
Nello stesso anno, a Berlino, apre Some I murder, some I let go, un omaggio alle influenze spaziali e culturali della cittá d’adozione.
L'esplorazione continua negli anni con due personali incentrate sull’idea di architettura come responsabilità costruttiva nelle arti figurative: Per dopo la guerra, nel 2013 a Brescia, e There is no time at which ties do not matter, sempre a Berlino.
Di nuovo a Brescia, nel 2015, Paolo Barlascini inaugura la personale The WOW! Signal, curata ancora una volta da Gianluca Ranzi ed espressione di un´ulteriore tappa di una ricerca pittorica a lungo termine.

Di questa ricerca, INTERMISSION, intende chiudere il ciclo nel 2018, per ripartire dalle fondamenta. A dieci anni dalla collaborazione con Gianesini e Bertini, l´ultimo allestimento é soprattutto un omaggio all´entusiasmo di due figure cosí importanti per la cultura non solo della Provincia di Sondrio.

A tutt’oggi, l’artista vive e lavora a Berlino.